Disuguaglianze di reddito in Italia, il 40% sono «ereditate». I suggerimenti accademici al G7

Secondo il database Geom, presentato alla Conferenza internazionale “Eguaglianza delle opportunità e mobilità intergenerazionale. Una prospettiva globale” a Bari le disuguglianze sono spiegate dai punti di partenza sui quali impattano oltre la famiglia, il genere, il paese o la regione in cui si risiede, il colore della pelle

Circa il 40% delle disuguaglianze di reddito in Italia sono spiegate dai punti di partenza sui quali impattano oltre la famiglia, il genere, il paese o la regione in cui si risiede, il colore della pelle. Tutti fattori che hanno in comune la circostanza di essere ereditati e di essere fuori dal controllo dell’individuo. Un livello maggiore rispetto agli altri paesi europei come Francia, Germania, Danimarca.

È quanto emerge dal “Global estimates of opportunity and mobility” (Geom) il primo data base internazionale accessibile online (https://geom.ecineq.org/ ) e contenente misure di mobilità intergenerazionale e di disuguaglianza di opportunità di 70 paesi del mondo. Un progetto molto ambizioso di un gruppo di lavoro coordinato dal professor Vito Peragine dell’Università di Bari e dai docenti della London School of Economics nell’ambito di una collaborazione tra Dief-Uniba ed LSE. Un lavoro dal quale emerge come l’Italia sia tra i Paesi occidentali in cui le disuguaglianze ereditate hanno un impatto più forte che altrove.

Il progetto

Il progetto è stato presentato a Bari nell’ambito della Conferenza internazionale “Equality of opportunity and intergenerational mobility. A global prespective” (Eguaglianza delle opportunità e mobilità intergenerazionale. Una prospettiva globale). L’evento accademico (si conclude oggi 7 giugno) è organizzato dal dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Bari diretto dal professor Peragine in partnership con la London School of Economics, con il sostegno di Ance, Regione Puglia e ministero dell’Istruzione. L’obiettivo è di elaborare suggerimenti ed indicazioni che da Bari gli studiosi faranno arrivare con un appello al vertice dei leader dei Paesi membri del G7 che si svolgerà in Puglia dal 13 al 15 giungo

Le università

New York e Chicago University, LSE, Università di Tel Aviv, Barcellona, Amburgo, Monaco, Parigi, Stoccolma, Bangalore, Banca Mondiale e Federal Reserve, oltre a numerose e prestigiose università italiane (Milano Bologna, Reggio Emilia, Modena, Palermo, Trento) sono solo alcuni degli istituti rappresentati a Bari da circa 100 esperti che presenteranno in tre sessioni plenarie, le loro ultime ricerche sul fenomeno delle disuguaglianze e della mobilità intergenerazionale nonché sulle politiche pubbliche necessarie a riattivare l’ascensore sociale

Il database

I dati delle ultime ricerche parlano di un aumento delle disuguaglianze nei paesi sviluppati dell’Occidente. Secondo il Wold Inequality Database negli Stati Uniti dal 1980 al 2022 l’1% più ricco della popolazione ha raddoppiato il suo reddito passando dal 10 al 20%, mentre l’1% più ricco al mondo è passato dal 16 al 20% di reddito. Stesso trend in Italia dove negli stessi anni l’1% più ricco della popolazione ha visto aumentare il suo reddito dal 5 al 14% (e la ricchezza dal 13 all 22%). Tendenza opposta per il 50% più povero che ha visto abbassarsi il reddito dal 22 al 15% e la ricchezza dal 12 al 2% nello stesso arco di tempo. Un altro dato allarmante per cui l’Italia registra il primato assoluto, riguarda la disuguaglianza ereditata.

Secondo il Geom circa il 40% delle disuguaglianze di reddito in Italia, infatti, sono spiegate dalla disuguaglianza dei punti di partenza sulla quale impattano oltre la famiglia, il genere, il paese o la regione in cui si risiede, il colore della pelle. Tutti fattori che hanno in comune la circostanza di essere ereditati e di essere fuori dal controllo dell’individuo. Un livello maggiore rispetto agli altri paesi europei come Francia, Germania, Danimarca. Alle disuguaglianze dei redditi si aggiungono le disuguaglianze territoriali, nell’istruzione e la crescente disuguaglianza nella salute sempre più legata a fattori di nascita e di contesto. Unico ambito in cui l’Italia, come altri paesi europei, ha registrato un processo di progressiva uguaglianza delle opportunità è quello dell’accesso all’istruzione. Un dato positivo questo che non è bastato a migliorare la mobilità tra generazioni nel reddito.

(tratto dal Sole 24Ore)

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