Agricoltura stritolata dalla grande distribuzione: “Puntare sui piccoli produttori”
La riflessione del segretario generale Flai Puglia Antonio Ligorio e del presidente Alpaa Puglia Antonio Macchia: “Necessaria una programmazione europea che preveda una più equa redistribuzione delle risorse economiche”
Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del segretario generale Flai Puglia Antonio Ligorio e del presidente Alpaa Puglia Antonio Macchia.
La crisi finanziaria, economica e sociale presente nel nostro Paese sta producendo effetti di lunga durata anche sulle filiere agroalimentari a causa principalmente di un sistema economico capitalistico, ovvero di un sistema basato sull’economia di mercato che esaspera il principio della competizione. In tale contesto, ad essere colpiti sono soprattutto i piccoli produttori agricoli in quanto continuano a fare i conti con una serie di ostacoli: schiacciati dal potere contrattuale della grande distribuzione, inadeguata redistribuzione delle risorse economiche a partire dalla Pac (Politica Agricola Comune) atteso che l’80 per cento dei fondi viene destinato al 20 per cento delle aziende più grandi lasciando “le briciole” ai piccoli produttori.
A questo si aggiunge che molte piccole aziende agricole combattono da anni le sempre crescenti difficoltà climatiche, messe soprattutto in ginocchio dalla perdurante siccità estrema sull’intero territorio regionale che continua a produrre danni rilevanti a tutto il comparto agricolo e zootecnico. E poi c’è la grave crisi in cui versa l’olivicoltura a causa – come noto – della gravissima epidemia batterica, la cosiddetta Xylella fastidiosa, che continua a devastare gli olivi Pugliesi al punto tale che è mutato lo stesso paesaggio pugliese in modo impressionante, fino a risultare irriconoscibile.
Dunque, di fronte a questo scenario diventa imprescindibile sostenere questi piccoli produttori, attraverso una programmazione europea della Politica Agricola Comune (Pac) che preveda una più equa redistribuzione delle risorse economiche. È necessario, inoltre, che la pubblica amministrazione, ovvero ogni articolazione politico/istituzionale interessata, assuma iniziative orientate alla fruizione di tutti gli strumenti, economici, politici e strutturali per ottimizzare i modelli produttivi e organizzativi del sistema agroalimentare che promuova: il sistema dei trasporti; il sistema dell’assetto idrogeologico; il sistema della ricerca; il sistema della certificazione di tracciabilità; il sistema della promozione; il risparmio dei costi di produzione attraverso il riciclo di energia e materiali; la sperimentazione di mercati e prodotti innovativi; il miglioramento del contesto normativo; la verifica della domanda dei consumatori per orientare le produzioni.
Sono queste condizioni indispensabili per sostenere le sfide e le dinamiche per una nuova politica agroalimentare, per evitare l’abbandono e/o comunque l’allontanamento dei piccoli produttori agricoli e dei nuclei familiari rurali dai propri insediamenti produttivi. Definire e sostenere in ogni sede istituzionale la salvaguardia dei piccoli produttori vuol dire rafforzare le stesse comunità rurali e in particolare quelle di montagna e delle aree di prossimità urbana, dando valore ecologico, etico, estetico ed economico agli equilibri ambientali e del territorio.
Se si vuole uscire dall’attuale stallo del sistema, è necessario proiettare anche le piccole aziende verso una pianificazione innovativa delle politiche di sviluppo agricolo e ambientale improntate alla multifunzionalità, all’ecosostenibilità e, più in generale, alla valorizzazione delle risorse territoriali. I piccoli produttori sono garanti della biodiversità, delle produzioni alimentari di qualità, della difesa idrogeologica del suolo, della tutela del paesaggio e dell’ambiente.
Per effetto, poi, di una filiera agro – alimentare globalizzata diviene strategico coinvolgere i piccoli produttori in un processo di aggregazione di partecipazione all’interno di distretti rurali e dell’agroalimentare, ovvero di una organizzazione di prodotto (Op), prendendo a modello alcune esperienze positive già realizzate in alcune regioni del nostro Paese. I rappresentanti Istituzionali e tutti i portatori d’interesse devono tuttavia convincersi che il tempo sta per scadere: occorre procedere senza ulteriori indugi e omissioni, servono visione e risorse pubbliche sufficienti senza lasciare indietro le piccole e medie aziende che assicurano, tra le altre cose, la manutenzione del territorio, la tutela della biodiversità e delle risorse naturali, la salvaguardia delle aree interne e delle tradizioni culturali del nostro Paese, creano posti di lavoro nelle aree rurali e possono contrastare la migrazione.
Flai Cgil Puglia e Alpaa Puglia si batteranno in ogni sede istituzionale per rappresentare e difendere al meglio le migliaia di lavoratori produttori agroalimentari ambientali, per sostenere un modello di produzione e consumo basato sulla sostenibilità ambientale, etico e sociale.
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