Il G7 Agricoltura e Divinazione Expo: tutto quello che c’è da sapere

di Donato Troiano

Iniziato il G7 Agricoltura  sull’isola di Ortigia, a Siracusa, dal 26 al 28 settembre. E’ stato  anticipato da “Divinazione Expo 24”, sempre a Siracusa, dal 21 al 29 settembre che è stato  inaugurato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel pomeriggio di sabato 21. Slow Food: 10 proposte per i leader del G7 Agricoltura

Nella città di Archimede si riuniranno i rappresentanti di Italia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito.

Le discussioni prenderanno il via dal documento approvato a Miyazaki (Giappone) durante il G7 del 22 e 23 aprile 2023, con l’indicazione delle 12 azioni prioritarie per rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili, produttivi e resilienti.

L’evento rappresenta un’ulteriore occasione di mostrare e valorizzare le eccellenze agroalimentari nazionali.

Il mondo enogastronomico si dà appuntamento a Siracusa dal 21 al 29 settembre per l’Expo dell’agricoltura e della pesca – Divinazione Expo 24 – organizzato nell’ambito del G7 (27-28 settembre, la parte ministeriale). Taglio del nastro sabato 21 con l’apertura dell’area espositiva e la passerella politica: dal presidente del Senato Ignazio La Russa a quello della Regione Sicilia Renato Schifani (nelle giornate successive sono attese anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana e le ministre Anna Maria Bernini ed Elisabetta Casellati). Nel pomeriggio del sabato ci sarà anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. A fare gli onori di casa, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha anche invitato per una consulta gli ex colleghi che lo hanno preceduto a via XX Settembre.

I messaggi dal G7

“Abbiamo scelto Siracusa perchè come Roma, tutte le civiltà che son passate hanno lasciato il segno e oggi teatri e m onumenti ci raccontano come le contaminazioni abbiano reso unico il nostro paese: il luogo migliore dal punto di vista della suggestione. Ma c’è un motivo in più – dice il ministro Lollobrigida durante la conferenza stampa di presentazione – il sistema fieristico fino ad ora è stato molto sbilanciato verso nord, ma il sud ha il vantaggio di avere un clima che permette di fare grandi eventi all’aperto (e questo al di là dell’emergenza siccità)». Come da prassi, a fine evento sarà presentato un documento ufficiale con le conclusioni, ma come anticipa Lollobrigida, sono quattro i temi che vorrebbe venissero fuori: «La sovranità alimentare garantita a tutti i popoli, il cibo come elemento di qualità, la formazione e la ricerca legata soprattutto ai semi come patrimonio inestimabile».

I principali incontri nella settimana  Divinazione Expo 24

Ad Ortigia, ci saranno 200 stand e 600 tra operatori e imprese, con il centro che sarà trasformato in una sorta di teatro a scena aperta, come rivela Lollobrigida: «Piazze che diventeranno vigneti e campi di grano dove testare le tecnologie di ultima generazione». E poi lo sport al centro della settimana con ampio spazio dedicato all’ippica. Ricca la parte convegnistica con circa 120 incontri organizzati dalle singole associazioni, al di là degli appuntamenti istituzionali. Tra questi ultimi, lunedì 22 ci sarà l’appuntamento con le rappresentanze nazionali agricole, dove non mancheranno le principali sigle di settore: Coldiretti, Confagricoltura (di nuovo sotto lo stesso tetto dopo le ultime schermaglie), Cia, Federalimentare, Copagri e così via.

Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino

Il Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino sarà protagonista al G7 Agricoltura, in programma ad Ortigia (Siracusa) da oggi al 29 settembre. Tra le attività in calendario, la presenza nello spazio della Regione Sicilia con degustazioni e show cooking a tema pomodoro curati da Nicola Amendola, oltre all’esposizione prodotti nell’area Origin Italia e presso l’Ippodromo del Mediterraneo. Anche in questa occasione il Consorzio metterà in campo tutte le sue potenzialità e risorse per proseguire nel cammino verso l’internazionalizzazione, organizzando incontri ad hoc e scambi con i rappresentanti dei mercati esteri di maggior interesse. “Il G7 sarà un’occasione unica per promuovere e valorizzare il nostro pomodoro – ha dichiarato il Presidente del Consorzio, Sebastiano Fortunato – veniamo da mesi molto difficili, tra siccità e significativa riduzione delle vendite, guardare ai mercati europei e a quelli finora inesplorati è fondamentale per la sopravvivenza delle nostre aziende. Auspichiamo che questo grande evento possa rappresentare una svolta importante all’attuale situazione. Noi siamo pronti a fare in pieno la nostra parte” ha concluso.

Arriva l’Europa….

L’arrivo delle istituzioni europee è invece previsto per il 24 settembre, dove interverranno anche i presidenti delle Commissione europee: Veronika Vrecionovà per la Comagri, Antonio Decaro per la Commissione Ambiente e Carmen Crespo Diaz per quella della Pesca. Il 24 settembre sarà anche la giornata in cui Assoenologi, Ismea e Uiv insieme al Ceev presenteranno le stime vendemmiali della campagna in corso. «Costi ridotti per il ministero – ha promesso Lollobrigia – visto che chi viene ad Ortigia lo fa investendo privatamente».

Slow Food sul G7 Agricoltura: 10 proposte per i leader che si riuniranno a Siracusa negli stessi giorni di Terra Madre, a Torino dal 26 al 30 settembre

Slow Food: 10 proposte per i leader del G7 Agricoltura

FederBio al G7 Agricoltura: investire nel biologico è strategico per rispondere alle sfide ambientali, climatiche e sociali 

Mettere al centro il valore del cibo come diritto fondamentale di tutte e tutti, la biodiversità, il rispetto della natura e degli ecosistemi per una vera transizione ecologica

I ministri del G7 si riuniranno a Siracusa negli stessi giorni in cui a Torino si tiene Terra Madre Salone del Gusto (26-30 settembre) che riunisce oltre 3000 rappresentanti del cibo buono, pulito e giusto da 120 Paesi 

Mettere al centro delle agende politiche globali il valore del cibo, elemento centrale per assicurare diritti fondamentali per tutti gli esseri umani e chiave di volta per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite. È questo il messaggio che Edward Mukiibi, Presidente di Slow Food e Barbara Nappini, Presidente di Slow Food Italia rivolgono ai leader del G7 Agricoltura, a Siracusa negli stessi giorni in cui a Torino il movimento internazionale riunisce per Terra Madre Salone del Gusto oltre 3 mila rappresentanti della produzione di cibo buono pulito e giusto, esponenti di un’economia che rispetta la salute della natura e dell’essere umano. Donne e uomini provenienti da 120 Paesi e centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo per un’edizione che ruota  intorno al claim We Are Nature (Torino, Parco Dora, 26-30 settembre 2024). 

«Il mondo sta attraversando una serie di crisi che non hanno precedenti. Il nostro modello di sviluppo sta erodendo le risorse naturali e la biodiversità senza restituire benessere ai cittadini, perché è basato su principi insostenibili: il falso mito della crescita infinita, l’iper produttivismo, il consumismo, lo spreco e lo sfruttamento dei lavoratori. Per affrontare queste crisi, secondo Slow Food, è necessario intervenire con urgenza, puntando su una nuova relazione con la natura e sulla diffusione di pratiche agroecologiche» sottolineano Edward Mukiibi e Barbara Nappini nella conferenza stampa tenutasi  a Roma presso la stampa estera. In questa occasione, hanno presentato il documento 10 punti per un cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti: il messaggio di Slow Food ai leader del G7 Agricoltura, che sarà recapitato  al Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida e alle segreterie dei sei Ministri dell’Agricoltura ospiti.  

Nello specifico, Slow Food chiede ai governi di impegnarsi affinché:

  • sostengano le aziende che producono secondo pratiche agroecologiche, preservando e rigenerando suolo e biodiversità, risparmiando risorse idriche
  • supportino chi alleva rispettando gli animali, chi tutela ecosistemi fragili e presidia aree marginali, salvaguardando biodiversità e fertilità
  • rendano obbligatoria l’educazione alimentare per le scuole di ogni ordine e grado e promuovano un servizio di ristorazione collettiva basata su prodotti freschi, locali e di qualità, e che combatta lo spreco alimentare
  • attuino politiche vincolanti che rimodellino le dinamiche della catena alimentare, garantendo informazioni trasparenti e complete ai consumatori, definendo criteri minimi di sostenibilità per gli acquisti pubblici di cibo, sostenendo la vendita diretta e i mercati dei produttori.
  • concretizzino le politiche necessarie per riconoscere un giusto prezzo agli agricoltori che producono cibo nel rispetto del suolo e della salute dei consumatori.
  • regolamentino tutti gli Ogm, svolgendo appropriate valutazioni dei rischi e garantendo ai consumatori trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera. Slow Food è favorevole alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnica, ma pretende che sia principalmente pubblica, accessibile, orientata verso il bene comune e le vere esigenze dei territori e delle comunità.
  • promuovano politiche economiche e commerciali che garantiscano la sovranità alimentare a tutti i popoli e che evitino di esportare nel sud del mondo le esternalità negative del sistema alimentare occidentale, come la deforestazione per produrre mangimi e oli alimentari, il land grabbing, il water grabbing, l’esportazione di derrate agricole sottocosto nel sud del mondo (dumping)
  • favoriscano la riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera: dalla produzione alla trasformazione, dalla distribuzione alla vendita; dalla ristorazione collettiva ai singoli cittadini.
  • supportino la pesca costiera su piccola scala evitando di sovvenzionare le grandi flotte, le pratiche di pesca che impoveriscono i mari, l’acquacoltura intensiva.
  • obblighino le aziende a ridurre al minimo gli imballaggi e limitino la formula “usa e getta” ai casi strettamente necessari (come l’ambito sanitario), vietandola in tutti gli altri. Chiediamo inoltre di agevolare in ogni modo il riciclo, che oggi riguarda meno del 10% della plastica prodotta.

L’agroecologia è la risposta di Slow Food

L’agroecologia è stata identificata da una serie di importanti rapporti internazionali come un fattore chiave per la trasformazione dei sistemi alimentari. Di fronte alle crisi attuali, l’agroecologia offre un percorso di transizione verso sistemi alimentari sostenibili con l’obiettivo di progettare sistemi alimentari che garantiscano la sovranità alimentare, la sicurezza alimentare e una dieta sana per tutti, ora e in futuro, in modo sostenibile.  

«Oggi presentiamo ufficialmente le Slow Food Farms, la nuova iniziativa del movimento che riunirà tutte quelle aziende agricole che coltivano  secondo i principi agroecologici. Entreranno a farne parte realtà che si ispirano al principio di Slow Food secondo cui tutti devono poter accedere a un cibo che nutre le comunità, onora la Terra e alimenta l’economia locale», sottolinea Mukiibi. «Le Farms, saldamente radicate sul territorio, avranno un ruolo fondamentale nel riunire le comunità e contribuire a garantire accesso a un cibo buono, pulito e giusto per tutti contrastando le crisi climatica, ambientale, sanitaria e sociale». 

«Noi crediamo nel diritto di tutti a una vita di pace e prosperità. Per questo da quasi 40 anni lavoriamo con i nostri progetti per restituire valore al cibo e a chi lo produce. Oggi dobbiamo abbandonare una logica basata solo sul profitto e adottare una prospettiva “bio-logica”: una logica imperniata sulla vita! Una logica che ci consenta di percepirci parte della Natura, che tuteli la biodiversità, la fertilità dei suoli, le risorse naturali: le uniche ricchezze davvero in grado di salvarci. Centrale nel processo di cambio del paradigma è l’educazione alimentare che chiediamo, in particolare al Governo italiano, di inserire come materia curriculare per tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Infine, riteniamo che sia imprescindibile sancire il diritto di tutti i popoli, di determinare le proprie politiche alimentari e agricole: la sovranità alimentare. Questo chiediamo ai leader mondiali presenti a Siracusa. Mentre istituzioni, enti locali e organizzazioni negli stessi giorni presentano le loro buone pratiche sulle politiche alimentari a Torino: perché un’alternativa è possibile, oltre che necessaria» continua Nappini. 

Il rapporto tra gli essere umani e la natura sarà al centro di Terra Madre Salone del Gusto, la più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito e giusto che si terrà a Torino, Parco Dora, dal 26 al 30 settembre. Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Terra Madre approfondirà le tematiche al centro del documento presentato ai ministri del G7 in oltre 600 conferenze, incontri, Laboratori del Gusto e attività didattiche per scuole e famiglie grazie ai contributi di nomi di fama internazionale e alle testimonianze di attivisti e produttori.

FederBio al G7 Agricoltura: investire nel biologico è strategico per rispondere alle sfide ambientali, climatiche e sociali 

Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio

In occasione della Giornata europea del biologico, FederBio, che da anni si fa portavoce delle esigenze dell’agricoltura sostenibile, ponendo l’attenzione sui temi dell’agroecologia e del biologico in occasione degli eventi più rilevanti, come l’EXPO 2015 e il G7 dell’Agricoltura di Bergamo, rilancia alcune priorità strategiche in vista del prossimo G7 Agricoltura, che si terrà a Siracusa dal 26 al 28 settembre.

Cinque i punti evidenziati per richiamare l’attenzione dei leader internazionali sulla necessità ed urgenza di adottare politiche sostenibili che promuovano la transizione verso un’agricoltura resiliente basata su pratiche che tutelino l’ambiente, garantendo la sicurezza alimentare per le generazioni future.

1.Investire nella transizione verso un modello agroecologico che punti alla sostenibilità ambientale, economica e sociale considerando che sono oramai evidenti gli impatti negativi dell’agricoltura intensiva anche sul reddito degli agricoltori

2.Sostenere il biologico come espressione più avanzata e concreta dell’agroecologia e dell’approccio rigenerativo delle risorse naturali, un modello di riferimento per la sostenibilità e il futuro di agricoltura e produzione alimentare

3.Porre produttori agricoli, cittadini e comunità locali al centro dei sistemi agroalimentari in modo da garantire il giusto prezzo per gli agricoltori e l’accesso a un cibo buono e sostenibile per tutti

4.Sostenere ricerca e innovazione per incentivare scambi e diffusione di buone pratiche agronomiche e la formazione delle giovani generazioni per il futuro dell’agricoltura 

5.Promuovere sistemi locali di produzione e consumo di prodotti biologici e iniziative di educazione alimentare a partire dalle mense scolastiche per favorire l’adozione di stili di vita e diete salutari e sostenibili

“Sfide epocali, quali l’emergenza climatica e la perdita di biodiversità, richiedono un ripensamento profondo del modello produttivoLa transizione verso pratiche agricole sostenibilirigenerative, resilienti, rispettose delle persone e degli ecosistemi non è dunque più rinviabile – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – Occorre attivarsi urgentemente, in modo globale e coordinato, considerando che l’impatto negativo delle pratiche intensive su ambiente, clima ed economia è ormai evidente a tutti”.

Il primo punto delle proposte di FederBio riguarda il superamento del modello agricolo intensivo, che non solo ha creato seri danni ad ambiente e biodiversità, contribuendo ad aggravare l’emergenza climatica, ma ha anche dimostrato di essere insostenibile in termini economici, sociali e di reddito per gli agricoltori, aumentando così la crisi del settore.

Il secondo elemento al centro delle proposte della Federazione riguarda la valorizzazione del ruolo dell’agricoltura biologica come il metodo più avanzato e diffuso di applicazione dei principi dell’agroecologia, come sancito dalla Carta di Bergamo. I dati Ifoam-Fibl 2022 confermano il successo globale del biologico, che conta oltre 4,5 milioni di operatori in 188 Paesi, con un incremento in un anno di circa il 27% delle superfici e del 25,6% dei produttori. Inoltre, grazie al suo approccio ecosistemico, il biologico ha accumulato un patrimonio di conoscenze utili per trasferire innovazione anche al resto dell’agricoltura, per favorire la sostenibilità di tutto il sistema agricolo e di produzione del cibo, in particolare per curare la fertilità del suolo, come strumento di contrasto ai cambiamenti climatici,  e ridurre l’uso della chimica di sintesi che è tra le cause principali di perdita di biodiversità.

Il terzo punto di rilevanza strategica per FederBio è la necessità di mettere al centro dei sistemi agricoli e alimentari i produttori, i cittadini e le comunità locali per favorire una sempre migliore conoscenza reciproca. Questo passaggio è essenziale, sia per trasferire con chiarezza il valore di una produzione consapevole basata sul “giusto prezzo” per gli agricoltori e sull’accesso a un buon cibo per tutti, che per determinare una sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica e sociale, alla base del principio di sovranità alimentare.

Il quarto punto delle proposte al G7 riguarda il sostegno a ricerca e innovazione, attraverso la diffusione delle nuove tecnologie digitali, del biocontrollo e puntando a investire su strategie differenziate, coerenti con le diversità dei metodi di produzione, che per il biologico significa adottare un approccio olistico, fondato sulla resilienza dei sistemi agroecologici piuttosto che su quella della singola pianta, come avviene nel caso delle NGT.

Coniugando innovazione, rispetto per l’ambiente e redditività, l’agricoltura biologica può rappresentare un importante polo di attrazione per le giovani generazioni fornendo opportunità occupazionali e incentivando la creazione di nuove imprese biologiche.

Infine, tra i punti fondamentali FederBio pone la questione dei consumi. Per modificare il metodo di produzione, occorre cambiare anche il modello di consumo, sensibilizzando i cittadini con investimenti in campagne di comunicazione sulle ricadute positive del biologico per la salute delle persone e dell’ambiente e sulla necessità di adottare stili di vita più sostenibili. Ciò significa anche scegliere un’alimentazione a base di cibo bio, con un ridotto apporto di carne, attenta alla stagionalità, alla prossimità di produzione e alla riduzione dello spreco alimentare.

“Gli impatti della crisi climatica associati alle emergenze geopolitiche stanno avendo serie ripercussioni anche nel settore agricolo e sui consumi – conclude Mammuccini– Il messaggio che vogliamo trasferire al G7 Agricoltura è che la transizione agroecologica è ormai una necessità, che consente di rispondere in modo efficace alle crisi ambientali, economiche e sociali. Il biologico dimostra come sostenibilità e produttività possano andare di pari passo, offrendo agli agricoltori redditi più stabili, creando occupazione nelle aree rurali e rafforzando la resilienza delle comunità locali”.

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