Politica

La legge sugli assessori in più nei comuni all’ Assemblea regionale siciliana.

di Giacinto Pipitone

La proposta di riforma è stata presentata da Forza Italia, eppure il presidente della Regione teme l’effetto boomerang sul piano della popolarità. Il testo torna in commissione per alcune modifiche. Polemica su una fuga di notizie all’Ars

La norma che avrebbe moltiplicato gli assessori nei Comuni si impantana all’Ars. Doveva essere approvata questo pomeriggio ma il pressing del presidente della Regione Renato Schifani ha provocato un rinvio almeno fino al 24 settembre.

Troppo elevati i rischi che la riforma, che avrebbe permesso a ogni sindaco di nominare un assessore in più e avrebbe introdotto la figura del deputato supplente, si trasformasse in boomerang mediatico. Schifani aveva fiutato l’impopolarità della proposta, malgrado questa fosse spinta proprio da Forza Italia all’Ars e da una maggioranza trasversale. Il presidente ha così ottenuto un rinvio. Il testo torna in commissione e andrà coordinato con altre norme che puntino a modificare l’assetto degli enti locali. Poi, a fine mese, se ne riparlerà.

Intanto, prendono una corsia preferenziale la legge che finanzia il contrasto al crack e la riforma della dirigenza. Sulla lotta alla droga che da mesi tiene in ansia città come Palermo, però, il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro, ha accusato il governo di bluffare, visto che il budget è di 800 mila euro. Il Pd ha chiesto di portarlo almeno a 5 milioni.

Nei prossimi giorni arriverà in aula anche la legge che recepisce il piano Salva casa del ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, introducendo mini-sanatorie e agevolazioni per l’edilizia. Ma è la sanità a mettere ancora i partiti gli uni contro gli altri, alimentando perfino lo scontro interno a Forza Italia. Una interrogazione della forzista Margherita La Rocca Ruvolo ha messo in discussione la legittimità dell’incarico di direttore generale dell’assessorato alla Sanità affidato a Salvatore Iacolino. A questa interrogazione è arrivata una risposta del governo, in difesa del dirigente. Ma l’esponente azzurra, che è anche sindaco di Montevago, ha obiettato che il testo dell’interrogazione non è mai stato spedito a Palazzo d’Orleans e ha così alimentato il sospetto di una fuga di notizie dal Parlamento (come faceva il governo a conoscerla?). Da qui la richiesta di Gianfranco Micciché di mandare un dossier alla Procura della Repubblica. Il presidente di turno, Nuccio Di Paola, ha detto che al resoconto della seduta sarà allegata una relazione degli uffici dell’Ars nella quale si ricostruiscono i passaggi dell’intera vicenda. Pd e grillini chiedono invece a Schifani di andare all’Ars a riferire sulla crisi nata dalle nomine in Asp e ospedali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *