Rimpasto alla Regione dopo la scelta di Tamajo, Schifani pensa alla giunta
Il progetto politico del grande centro siciliano va avanti. Totò Cuffaro e Saverio Romano ancora insieme con almeno 500 fra consiglieri e assessori in Sicilia pronti a seguirli. Il tutto con Forza Italia sullo sfondo, anzi in prima linea come casa dei moderati. Un percorso comune quello avviato con gli azzurri e testimoniato dal risultato di Forza Italia alle Europee in Sicilia (primo partito).
Un risultato che è stato tale anche per effetto dei voti di quel grande centro isolano che valgono, da soli, circa il 3,5%. Il conto non può essere preciso visto il sistema di preferenze a terzine ma comunque l’apporto c’è stato. Se il progetto, come già testimoniato almeno due o tre volte, è portare Forza Italia a livello nazionale al 20% l’accordo al centro diventa ancora più importante. Un percorso, quello indicato chiaramente dal campi0ne di preferenze Edy Tamajo, che non può prescindere dall’idea di Forza Italia come casa comune dei moderati, tanto cara anche a Schifani. Con Romano e Cuffaro dunque dentro. Ma certo non gratis.
Le rivendicazioni dei moderati
Il momento del rimpasto si avvicina, e il centro vuole contare. Eccome. “La Democrazia Cristiana, grazie alla Federazione con Noi Moderati e votando, con convinzione, Massimo Dell’Utri, ha contribuito al risultato della lista PPE Forza Italia Noi moderati e quindi ha consentito che venisse attribuito un secondo seggio. Ringraziamo Edy Tamajo di aver scelto la Sicilia e, con la sua rinuncia, di consentire, all’onorevole Caterina Chinnici di poter ben rappresentare la Sicilia al Parlamento europeo”, ha detto ieri il segretario regionale della DC Stefani Cirillo. Massimo Dell’Utri, candidato per Noi Moderati e sostenuto dalla Dc di Cuffaro, adesso è il primo dei non eletti nella lista berlusconiana (dopo la scelta di Tamajo che manda Caterina Chinnici a Bruxelles). La rivendicazione di Cirillo, quella di aver contribuito con i voti di Dell’Utri al risultato forzista in Sicilia, è più che chiara. Com’è chiaro che Romano e Cuffaro vogliono passare all’incasso, in questo valzer di nomine e con un rimpasto imminente.
La legittima ambizione di Tamajo e la richiesta di Romano
Forza Italia adesso ha due posti per il rimpasto. Bisognerà sostituire Marco Falcone, che ha subito chiarito di voler andare Bruxelles come europarlamentare, e l’assessore alla Sanità Giovanna Volo che dovrebbe lasciare. Edy Tamajo, che rimarrà in Sicilia, vuole una delega pesante ma l’area Falcone invoca il leader nazionale Antonio Tajani come garante di equilibrio fra le correnti. Falcone chiede che al suo posto vada uno dei suoi ma qui entrano in gioco i moderati. Se Dell’Utri, almeno per il momento, non andrà a Bruxelles, il partito chiede rappresentanza in Sicilia. Anche MpA chiede spazio ma non lo si può dare sia a Romano che a Lombardo, con Cuffaro che ha già due assessori considerati intoccabili.
La questione Lega
Nel rimpasto entrerà anche la Lega. C’è il posto di Sammartino da assegnare, anche se bisogna aspettare la decisione dell’appello del riesame, udienza iniziata ieri ma ancora senza decisione. Schifani, poi, vorrebbe fosse indicato qualcun altro al posto di Turano ma sembra che il partito non lo voglia toccare. Poi c’è l’ormai ex eurodeputata Annalisa Tardino, non rieletta a Bruxelles, che chiede spazio.
FdI, nessun passo indietro e la questione Mpa
In tutto questo c’è il partito di maggioranza a livello nazionale, Fratelli d’Italia, che anche se Forza Italia ha vinto in Sicilia alle Europee, non intende fare passi indietro, perché numericamente è cresciuta di voti. Il ,partito sostituirà Elena Pagana per accordi interni dopo l’elezione di Ruggero Razza in Europa ma Fabrizio Scarpinato non si tocca. Traballa invece Elvira Amata, dalla quale ci si aspettava di più in termini di voti alle elezioni e dunque adesso ha meno forza. Dietro la porta c’è anche Giusy Savarino che invece di voti ne ha preso di più della Amata. Schifani potrebbe dare ad uno degli assessori meloniani la vice presidenza che la Lega perderebbe per il calo di voti. Per riequilibrare tutto potrebbe esserci un, complicato, valzer di deleghe ma anche questo non è semplice