Approfondimento

Francia: le proteste degli agricoltori francesi si fanno violente. Le ragioni dello scontro

Continua la protesta degli agricoltori in Francia con alcuni sindacati agricoli che si spingono fino a brandire la minaccia di bloccare l’accesso a Parigi con i trattori, con l’obiettivo di indurre il governo a rispondere il prima possibile alle loro rivendicazioni. Dopo aver riunito questa mattina i ministri dell’Agricoltura, della Transizione ecologica e dell’Economia, il premier Gabriel Attal farà domani i primi annunci nella speranza di smorzare la rabbia delle campagne. Il tempo stringe. In una nota consultata dall’agenzia France Presse, i servizi di intelligence sottolineano che “i rischi di turbativa dell’ordine pubblico sono reali”. Questa mattina, un gruppo di viticoltori in rivolta ha forzato l’ingresso di due depositi della grande distribuzione nei pressi di Béziers, nl sud del Paese, dopo aver incendiato i pallet di un negoziante di vino. Secondo un conteggio del sindacato Fnsea sono 77 i punti di blocco eretti oggi in tutta la Francia mentre alcuni sindacati (Fnsea Ile-de-France e Jeunes agriculteurs) invitano i loro aderenti all'”avvio del blocco di Parigi”, domani, giorno degli attesi annunci del premier, convergendo ”sulle grandi arterie intorno alla capitale”. Una prospettiva che il presidente della stessa Fnsea ha sempre considerato come ”ultimo ricorso”. Secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto Odoxa-Backbone Consulting per il giornale Le Figaro, la quasi totalità dei francesi (89%) appoggia la protesta del mondo agricolo.

Il movimento di protesta degli agricoltori continua ad intensificarsi, si estende sul territorio e i primi trattori sono arrivati questa mattina nelle Yvelines, alla periferia di Parigi. I servizi di informazione francesi osservano una calma prevalente, nonostante gli incidenti di ieri ad Agen, nel sud-ovest, con un incendio appiccato proprio davanti alla facciata della prefettura e una bandiera europea data alle fiamme, ma mettono in guardia dal rischio di derive violente se il governo non farà gesti concreti verso gli agricoltori e se il sindacato non riuscirà più a controllare la situazione.

Per oggi si prevede che a Rennes, in Bretagna, agli agricoltori si uniranno i pescatori, mentre domani sono attesi 600 manifestanti con 150 trattori a Montpellier, nel sud. Se non cambierà la situazione dei negoziati con il governo, lo “sbarco” dei trattori a Parigi è previsto per la settimana prossima. In una nota trasmessa dai servizi al governo, di cui parla stamattina BFM TV, si osserva un “atteggiamento determinato” degli agricoltori e una capacità crescente del movimento di protesta di attirare sempre piu’ partecipanti, soprattutto gli agricoltori giovani e al di fuori del sindacato. 

La Von der Leyen si rivolge agli agricoltori, sottolineando la necessità di superare la polarizzazione con il dialogo

 “Dobbiamo superare questa polarizzazione con il dialogo. E voi meritate una giusta remunerazione per il vostro lavoro. Il nostro obiettivo è sostenere i vostri mezzi di sussistenza, e garantire la sicurezza alimentare dell’Europa. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questo senso”. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen alla prima sessione del dialogo strategico con gli agricoltori europei, a Palazzo Berlaymont. Von der Leyen ha ricordato le sfide portate dalla guerra e dal Green Deal. “Urge che le cose migliorino, al settore serve una prospettiva di lungo termine”, ha detto. 

 “Il vostro compito è di importanza cruciale. È grazie all’agricoltura europea – alle donne e agli uomini che lavorano la terra – che l’Europa ha il cibo più sano e di qualità del mondo. I nostri agricoltori operano quotidianamente in un mercato globale molto competitivo e voi siete spesso la parte più vulnerabile della catena del valore”, ha sottolineato Von der Leyen. “Abbiamo sofferto di un’inflazione elevata sia per i fattori di produzione agricoli che per i prodotti alimentari. Ma il settore agroalimentare europeo ha dimostrato una notevole capacità di recupero. Inoltre, stiamo tutti facendo un enorme sforzo per contribuire agli obiettivi collettivi del Green Deal europeo. Perché tutti noi viviamo con la natura e dalla natura. E anche se non siamo sempre d’accordo su tutte le questioni, siamo tutti d’accordo sul fatto che le sfide sono sempre più grandi. Che si tratti della concorrenza estera o dell’eccessiva regolamentazione interna, del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità o del declino demografico”, ha aggiunto, rimarcando: “Trovare un consenso e una visione comune sulla strada da seguire non è un compito facile. Ma questa è un’immensa opportunità. Un’opportunità per dare forma a una parte essenziale dell’economia del futuro. E di preservare una parte essenziale della nostra anima europea e del nostro stile di vita. Perché tutti noi dipendiamo dalla nostra campagna”. 

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